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Approfondimento Kundalini: la nostra madre interiore

Buddha_Kundalini

Il segreto di Sahaja Yoga, ovvero la possibilità di meditare in modo spontaneo e naturale e di ottenere uno stato di pace e benessere interiore in breve tempo, consiste nel risveglio di un’energia interiore che si trova nel nostro osso sacro e che viene chiamata in sanscrito Kundalini. Essa è la nostraMadre Interiore, perché come una madre si prende cura di noi, del nostro sistema sottile/energetico nel momento in cui viene risvegliata. È lei a donarci uno stato di completo benessere, risvegliando tutte le nostre qualità innate che risiedono nei vari chakra (centri energetici).
La Kundalini risiede avvolta in tre spire e mezzo nel nostro osso sacro ed è il residuo di un’energia primordiale, detta in sanscrito Adi Shakti (o Adi Kundalini), la stessa che ha creato e regola l’intero universo. Da qui possiamo già comprendere il valore che essa abbia nella nostra esistenza.

La Kundalini non è solo in grado di farci stare bene ed in salute, ma anche di elevarci ad un livello superiore. Noi innocentemente crediamo che il livello che abbiamo raggiunto, quello di “homo sapiens”, è un alto livello evolutivo; sicuramente lo è, ma non è l’ultimo. Noi possiamo proseguire nella nostra evoluzione e raggiungere un livello più elevato, quello in cui tutte le illusioni del mondo svaniscono e noi effettivamente raggiungiamo uno stato di benessere completo, che possiamo chiamare beatitudine. Questa nuova dimensione della nostra coscienza è detto in sanscrito turiya, che significa “quarto”. Infatti, gli esseri umani vivono normalmente in tre dimensioni: quella fisica, quella mentale e quella emozionale; la quarta dimensione è quella spirituale.

In passato si è già parlato della Kundalini, ma non da sempre. 

Per esempio, nella Bhagavad Gita Shri Krishna parla dei vari aspetti dello yoga, ma non menziona affatto i chakra e la Kundalini. Per molto tempo questa conoscenza fu riservata a pochi. Un santo di nome Markandeya (che si dice essere vissuto quattordicimila anni) descrisse questa quarta dimensione come una benedizione della Madre Primordiale.
La seconda persona ad aver trattato l’argomento fu Adi Shankaracharya, il quale scrisse molti libri, il primo dei quali (Vivek Chudamani) descrive la quarta dimensione e dice perché dovremmo cercare di perseguirla. Ma la sua opera suscitò reazioni negative da parte di alcuni intellettuali e così egli decise di dedicare le sue opere solo alla lode della Madre Primordiale (per esempio il famoso Saundarya Lahari).

Poi, nel dodicesimo secolo, venne un grande santo, nato nel Maharastra (India), chiamato Gyaneshwcaduceo_ermeticoara. A quel tempo la tradizione voleva che un maestro (del Nathpanthis) desse la realizzazione al massimo ad un discepolo; per cui era assolutamente inconcepibile che un maestro parlasse della quarta dimensione alla gente comune, alla quale veniva solo detto che doveva ricordasi di Dio cantandone le lodi. Ma lui, questo grande santo e poeta, decise che fosse tempo ormai di rendere più chiaro alla gente l’argomento dell’ascesa spirituale.
Così Gyaneshwara scrisse un trattato sulla Bhagavad Gita chiamato Gyaneshwari. Nella Gita Shri Krishna dice che una persona dovrebbe raggiungere lo stato di Sthita Pragya (lo stato di colui che è in equilibrio grazie all’illuminazione che deriva dalla conoscenza divina): esso viene descritto, ma nulla è detto su come conseguirlo. Nel sesto capitolo del Gyaneshwari, con molta delicatezza, il poeta descrive la natura di questo quarto potere, chiamato Kundalini, che riposa nell’osso sacro; racconta come questa possa essere risvegliata da una grande anima e grazie a questo risveglio si raggiunga il quarto stato di coscienza. Ma questo capitolo non fu compreso dai detentori del potere religioso dell’epoca e ne vietarono la diffusione e la lettura.
Più tardi, nel sedicesimo secolo, molti furono i santi che si misero a parlare della Kundalini, dei canali e dei centri energetici a livello di massa. In tutta l’India questi santi hanno parlato della conoscenza del Sé e della realizzazione del Sé (Atma Sakshatkar). Alcuni santi cercarono di dare la realizzazione ai loro discepoli, ma di fatto la diedero solo a poche persone, perché pensarono che il mondo non fosse ancora pronto a riceverla.
Kabir scrisse in proposito: «Come spiegherò a queste persone, che sono cieche, la luce?».
La maggior parte dei santi che ha provato a diffondere questa conoscenza a livello di massa è stata tormentata da intellettuali che non erano in grado di vedere la verità e quindi di apprezzarla; essi consideravano questi santi come degli imbroglioni intenti solo a sviare la gente.

In realtà, la conoscenza della Kundalini non è limitata solo all’India.

Naturalmente essa è richiamata in molte culture, ma in forme diverse. Per esempio, il riconoscimento dell’esistenza di unaMadre Primordiale si riscontra in diversi popoli; ella venne chiamata Atena in Grecia, Minerva nell’antica Roma, Kwan Yin in Cina, etc. (vedi articolo La Grande Madre nelle antiche culture).
Un altro esempio è il simbolo usato per la Kundalini: il serpente. Esso è un simbolo di sapienza e conoscenza.
Si può notare che esso viene raffigurato accanto ad Atena e a Minerva. Viene raffigurato nella dimensione illuminata del Buddha. Nella bibbia il serpente è colui che risveglia il desiderio di conoscenza in Adamo ed Eva, la conoscenza della Verità, ovvero la conoscenza di Dio; proprio come dentro di noi la Kundalini ci permette di conoscere noi stessi a livello sottile e di connetterci con l’energia divina onnipervadente. Il serpente è anche il simbolo riportato nel Caduceo: due serpenti attorcigliati attorno ad un bastone; essi ricordano la lotta fra gli opposti (il lato solare e quello lunare) che vengono bilanciati dalla via di mezzo (il bastone in questo caso).
Ricordiamo poi che gli antichi greci chiamarono l’osso triangolare alla base della colonna “osso sacro” e quello in cima alla testa (la parte che era morbida alla nascita) “osso della fontanella”, per cui è chiaro che essi avevano intuito qualcosa.

Come e quando si sviluppa il sistema sottile nel nostro corpo?

Il sistema energetico si crea quando il feto è a circa 2 o 3 mesi di sviluppo; in quel momento, una colonna di raggi emessi dall’energia divina onnipervadente passa attraverso il cervello per illuminarlo; il cervello è a forma di prisma, quindi i raggi vengono rifratti in 4 diversi canali, corrispondenti ai quattro aspetti del sistema nervoso:

  1. il sistema nervoso parasimpatico (canale centrale o Sushumna Nadi)
  2. il sistema nervoso simpatico destro (canale destro o Pingala Nadi)
  3. il sistema nervoso simpatico sinistro (canale sinistro o Ida Nadi)
  4. il sistema nervoso centrale
Sistema sottile, Chakra Kundalini

Sistema sottile, Chakra Kundalini

I raggi che passano attraverso l’osso della fontanella (detto Brahmarandhra), passano poi direttamente per il midollo allungato attraverso il canale centrale (Sushumna Nadi). Questa energia, dopo aver lasciato una linea sottilissima nel midollo allungato, si stabilizza avvolta in tre spire e mezzo nell’osso triangolare posto alla base della colonna, detto Mooladhar (da non confondersi con il Mooladhara chakra). Questa è la Kundalini.
Quindi l’energia sottile entra attraverso il centro del cervello (Sahasrar Brahmarandhra)  e va giù per la sua via attraverso sei centri. La manifestazione grossolana di questa energia sottile nel canale “Sushumna” del midollo spinale è chiamato sistema nervoso parasimpatico e i chakra sono espressi come plessi fuori del midollo spinale. Sorprendentemente, noi abbiamo fuori lo stesso numero di plessi e sotto-plessi pari proprio al numero dei chakra e dei loro petali (aspetti sottili) dentro il midollo spinale.

Detto ciò, è chiaro che è tutto pronto dentro di noi fin dalla nascita e che come naturalmente la Kundalini è passata per il nostro canale centrale per dimorare nel nostro osso sacro, altrettanto naturalmente dovrebbe avvenire il suo risveglio. La Kundalini, una volta risvegliata, sale attraverso il canale centrale, passa nuovamente attraverso il Brahmarandhra e si connette con l’energia onnipervadente: questa unione è detta yoga.
Passando per i centri energetici dislocati lungo il nostro midollo spinale, essa li cura e li rende migliori; in altre parole, un po’ più poetiche, essa nutre i chakra come dei fiori e li aiuta a sbocciare, affinché emanino la loro stupenda fragranza.
Effettivamente quello che si percepisce quando un chakra è evoluto, è che si apre e irradia energia; questa energia ci fa sentire gioia e armonia, un completo benessere.

Fonte:

http://yogafacile.it/la-kundalini-la-nostra-madre-interiore/